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Clima, la Commissione UE conferma il target vincolante intermedio del -90% di emissioni al 2040

Clima, la Commissione UE conferma il target vincolante intermedio del -90% di emissioni al 2040
commissione UE pacchetto Omnibus | ESG News

Entro il 2040, l’Unione Europea dovrà ridurre del 90% le emissioni nette di gas serra rispetto ai livelli del 1990. È quanto propone ufficialmente la Commissione Europea, che oggi ha annunciato le modifiche e gli aggiornamenti alla Legge europea sul clima del 2021, già anticipati nei giorni scorsi. La legge prevede il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050.

Secondo la Commissione, questo nuovo obiettivo intermedio offrirà maggiore certezza agli investitori, stimolerà l’innovazione, rafforzerà la leadership industriale europea e accrescerà la sicurezza energetica del continente. Proprio in questi giorni, l’ultimo Eurobarometro ha confermato un ampio sostegno dei cittadini all’azione climatica dell’UE, fornendo così un chiaro mandato per proseguire con decisione lungo il percorso della transizione verde.

L’UE è attualmente sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo del -55% di emissioni entro il 2030, già fissato come vincolante dalla legislazione vigente. La nuova proposta, invece, introduce un approccio più pragmatico e flessibile, in vista di un’economia europea completamente decarbonizzata entro il 2050.

L’obiettivo 2040, che ora sarà discusso da Parlamento e Consiglio UE, fungerà da parametro per le future politiche su clima ed energia oltre il 2030. Attualmente, l’UE ha già raggiunto una riduzione del 37% delle emissioni rispetto al 1990 (dato aggiornato al 2023), pur registrando una crescita economica del 68% nello stesso periodo. Secondo la Commissione, ciò conferma la possibilità di una “crescita verde”.

Il nuovo target è il risultato di un ampio processo di consultazione, supportato da una valutazione d’impatto scientifica e da contributi del Comitato consultivo europeo sui cambiamenti climatici, degli Stati membri, del Parlamento europeo, della società civile e del mondo produttivo.

Secondo la Commissione, l’approccio alla decarbonizzazione diventa ora “più pragmatico e flessibile”. Tre le principali innovazioni rispetto agli obiettivi precedenti:

  1. Utilizzo limitato di crediti di carbonio internazionali (fino al 3% del target, a partire dal 2036), certificati secondo l’articolo 6 dell’Accordo di Parigi.
  2. Integrazione delle rimozioni permanenti di CO₂ nel sistema EU ETS (Emission Trading System), attraverso tecnologie come BioCCS e DACCS, con incentivi per industrie ad alte emissioni difficili da abbattere.
  3. Maggiore flessibilità settoriale e nazionale tra il 2030 e il 2040: ogni Stato potrà compensare ritardi in alcuni comparti (come l’uso del suolo) con risultati superiori in altri (per esempio rifiuti o trasporti).

“Vogliamo dare alle imprese la prevedibilità che ci chiedono”, ha dichiarato Wopke Hoekstra, Commissario europeo per il Clima, “ma anche garantire che questa transizione sia economicamente sensata, socialmente equa e tecnologicamente neutrale.”

Per centrare il nuovo obiettivo, saranno necessari investimenti medi annui di circa 660 miliardi di euro nel settore energetico e 870 miliardi nei trasporti (2031–2050). Per abilitare questi flussi di capitale, la Commissione ha già introdotto:

  • il nuovo Clean Industrial Deal e il relativo quadro sugli aiuti di Stato (CISAF),
  • un alleggerimento delle regole CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism) che esenta il 90% degli importatori, riducendo la burocrazia per le PMI,
  • una proposta per incentivi fiscali, tra cui super-ammortamenti e crediti d’imposta per chi investe in tecnologie pulite e decarbonizzazione industriale.

Secondo la Vicepresidente esecutiva Teresa Ribera, l’obiettivo del 90% “non è una scelta tra economia e ambiente, ma un impegno per entrambi. Costruiremo un’economia moderna, competitiva e resiliente”.

Il nuovo target si inserisce nella bussola per la competitività dell’UE e nel Patto per l’industria pulita, che punta a rafforzare le filiere strategiche (come solare, batterie, eolico e geotermico) e ad aumentare l’indipendenza energetica del continente.

Il programma prevede anche: una nuova Banca per la decarbonizzazione industriale, dialoghi settoriali con industria e stakeholder, un piano d’azione per la chimica verde e misure per favorire gli acquisti diretti di energia rinnovabile tra imprese e produttori.

“Dobbiamo costruire resilienza e non lasciare indietro nessuno”, ha aggiunto Ribera, “anche perché l’85% dei cittadini europei riconosce il cambiamento climatico come una delle principali minacce”.

Con questa proposta, l’UE invia un segnale chiaro alla comunità internazionale, in vista della prossima COP30 di Belém (Brasile) a novembre: l’Europa manterrà la rotta per rispettare gli impegni dell’Accordo di Parigi e si impegnerà per ridurre le emissioni globali in collaborazione con i partner internazionali.

Il nuovo obiettivo sarà incluso nel prossimo contributo determinato a livello nazionale (NDC) dell’UE, che sarà trasmesso formalmente prima della conferenza.

“Siamo ambiziosi, pragmatici e flessibili”, ha concluso Hoekstra, “stiamo tracciando la rotta per un’Europa più forte, più resiliente, più giusta”.

La proposta della Commissione sarà ora presentata al Parlamento europeo e al Consiglio per discussione e adozione secondo la procedura legislativa ordinaria.

esgnews

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