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Giudici (Mesa): la tecnologia alleato chiave nella redazione del Bilancio ESG

Giudici (Mesa): la tecnologia alleato chiave nella redazione del Bilancio ESG

MESA Matteo Giudici | ESG News

In una fase di revisione delle normative sulla reportistica di sostenibilità da parte dell’Europa, farsi prendere dalla tentazione di aspettare gli esiti del processo legislativo non conviene. Le aziende rischiano di trovarsi in ritardo a sviluppare i processi per presentarsi sul mercato con la trasparenza oramai necessaria. In questo senso la tecnologia può essere un’alleata. Non solo il nuovo livello di fruibilità ed efficienza dato dall’integrazione con l’Intelligenza Artificiale (AI) è un’opportunità che non deve spaventare le imprese, ma un’occasione di grande cambiamento. Ne parliamo con Matteo Giudici, amministratore delegato di MESA, l’azienda di software per la sostenibilità menzionata da Verdantix nella classifica dei top 20 ESG vendor mondiali.

“Con tutti i cambiamenti normativi in arrivo, la tecnologia può veramente dare una mano perché semplifica il lavoro e i processi da parte delle aziende che possono farsi trovare preparate alle richieste che non vengono solo dal legislatore, ma dagli operatori finanziari e commerciali” sottolinea Giudici.

In un contesto in rapida evoluzione e dai contorni incerti qual è il ruolo della tecnologia nel supportare le aziende a migliorare la comunicazione della sostenibilità?

È importante comprendere che la tecnologia rappresenta una risorsa preziosa per le aziende e può offrire un supporto significativo soprattutto negli scenari in cambiamento. L’aiuto di strumenti informatici consente di migliorare significativamente il modo di operare, rendendo più efficienti i processi. Un cambiamento che può essere attuato senza ricorrere a importanti investimenti e con un impatto minimo sulla struttura e sui processi organizzativi già esistenti. Ma che poi porta enormi vantaggi in termini di risparmio dei costi e di efficienza.

Quando si definisce un nuovo processo, come è il caso dell’introduzione della reportistica di sostenibilità, è importante che la tecnologia sia inserita da subito nella definizione del modello operativo. Spesso, invece, le aziende commettono l’errore di inserirla in un secondo tempo, perdendo l’effetto moltiplicativo e spendendo soldi e tempo inutili a riordinare i processi.

Nel caso, per esempio, del nostro software di reportistica, non si tratta di un mero sistema informatico “vuoto”.

Cosa intende?

Chi deve occuparsi di doppia materialità o di reporting ESG trova già implementati tutti i riferimenti normativi e metodologici. Il percorso è guidato: non si parte da zero, non si deve costruire tutto con un approccio a cascata, dove si analizza, si implementa e solo alla fine si rilascia il prodotto.

Con la nostra soluzione, dal giorno zero l’utente può accedere alla piattaforma, adattare i parametri alla propria realtà aziendale, tenendo conto delle specificità di impatti, rischi e opportunità, ma all’interno di una struttura già pronta, validata e conforme.

Una volta identificati i processi chiave, per esempio per determinare gli IRO (Impatti, Rischi e Opportunità) o compilare le schede S1, questi sono già integrati e standardizzati. La nostra tecnologia, quindi, non si limita a fornire strumenti: incorpora già i processi, le normative e i riferimenti metodologici. Non è il cliente a doversene occupare. In poche parole, il valore non risiede soltanto nello strumento, ma nella conoscenza incorporata.

Qual è il supporto che può dare l’intelligenza artificiale in questo tipo di strumenti?

È fondamentale. Questo è un aspetto cruciale che non va dimenticato. Viviamo nell’epoca dell’intelligenza artificiale generativa. Non è più possibile ignorarla. Una tecnologia che oggi non integra nativamente strumenti di AI generativa è, semplicemente, obsoleta.

L’AI nel nostro sistema supporta nella scrittura di indicatori qualitativi, migliorando così la coerenza e l’uniformità dei documenti, oppure perché garantisce controlli automatici sui dati inseriti.

Il nostro software aiuta, tramite l’intelligenza artificiale, a scrivere meglio gli indicatori qualitativi, e a rendere il documento uniforme. Un altro ambito in cui è rilevante il supporto dell’AI è quello dei controlli di coerenza su tutti i dati immessi.

In che modo l’intelligenza artificiale supporta il controllo di coerenza e la verifica dei dati ESG all’interno della piattaforma MESA?

Il nostro sistema prevede tre livelli di controllo, concettualmente simili a quelli della compliance finanziaria, per garantire integrità e qualità del dato.

  • Il primo livello è in tempo reale: quando l’utente inserisce il dato, l’AI verifica che sia completo e coerente, confrontandolo anche con le fonti di origine.
  • Il secondo livello interviene una volta completato il report: controlla che le sezioni siano allineate tra loro, che non ci siano incongruenze tra testo, indicatori e dati.
  • Il terzo livello è dedicato all’audit interno: i nostri strumenti supportano le aziende anche in questa fase, attivando processi strutturati di revisione sui report ESG, monitorando la correttezza dei dati, la tracciabilità delle azioni e la conformità alle normative.

Questi controlli sono tracciabili, trasparenti e adattabili ai flussi approvativi interni. Sono infatti pensati non solo per dare garanzie interne, ma anche per facilitare il lavoro dei revisori e offrire maggiore sicurezza verso l’esterno.

Oltre alla parte tecnologica, quanto incide la reputazione nel posizionamento di un’azienda come MESA?

Conta tantissimo. In un ambito come quello della sostenibilità, dove tutto ruota attorno a fiducia, credibilità e coerenza, la reputazione è un asset chiave.

Un fattore spesso sottovalutato è la qualità della relazione con il cliente: non si tratta solo di vendere un prodotto, ma di accompagnare davvero le aziende lungo un percorso complesso. In questo senso, la capacità di ascoltare, capire e adattarsi è alla base di tutto.

Nel nostro caso i nostri clienti non scelgono solo un software: scelgono un partner. La nostra esperienza ci insegna infatti che essere presenti, parlare la stessa lingua culturale e costruire un rapporto diretto aiuta moltissimo. Seguire il cliente da vicino non significa solo offrire supporto tecnico, ma anche essere in grado di anticipare le esigenze, proporre soluzioni in linea con il contesto normativo e con le reali priorità aziendali.

È così che si crea valore nel tempo, ed è così che si costruisce una reputazione solida.

Il dibattito attorno alla direttiva CSRD ha evidenziato il rischio di una sovrabbondanza di indicatori da monitorare. Come si fa a capire quali sono i KPI davvero importanti?

Il punto è proprio questo: non ha senso cercare di monitorare tutto. I KPI vanno scelti in modo mirato, partendo da un’analisi delle tematiche ritenute davvero rilevanti per l’azienda. A fare la differenza è dunque la doppia materialità che, se fatta bene, restituisce una fotografia precisa di cosa conta davvero per l’azienda, sia in termini di impatto sul contesto esterno, sia di rischi e opportunità interne.

Nel nostro caso, per esempio, i KPI fondamentali riguardano il capitale umano e la reputazione. Se perdiamo risorse chiave o fiducia nel brand, l’impatto non è solo etico: è economico. Ecco perché, per esempio per una società di servizi come Mesa, monitoriamo costantemente gender pay gap, turnover, soddisfazione interna, parità di genere. Allo stesso modo, una buona reputazione sul mercato genera nuove opportunità, partnership, solidità.

Altri indicatori per noi rilevanti sono quelli legati alla cybersecurity, perché gestiamo dati sensibili e, ovviamente, quelli legati all’impatto ambientale.

Detto questo, ogni azienda ha la sua realtà. L’importante è che i KPI emergano da un’analisi coerente e personalizzata e non da una checklist generica. Le nostre piattaforme, per esempio, collegano direttamente l’analisi di materialità alla selezione dei data point: se cambia il contesto, cambiano anche i KPI da rendicontare. In questo modo il processo è dinamico, non statico, ed evita di cadere nella trappola della sovra-rendicontazione.

esgnews

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