L'acqua dolce sta scomparendo a un ritmo senza precedenti in tutto il pianeta

L'acqua dolce sta diminuendo a un ritmo allarmante. I cambiamenti climatici e l'eccessivo sfruttamento delle falde acquifere stanno infatti drasticamente riducendo le riserve di acqua dolce e al contempo contribuendo all'innalzamento del livello del mare. A riferirlo è un nuovo studio dei ricercatori dell'Arizona State University che hanno mostrato come i continenti abbiano subito una perdita d'acqua dolce senza precedenti dal 2002, minacciando, quindi, la disponibilità idrica per la popolazione mondiale. I dettagli dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Science Advances.
La perdita di acqua dolcePer stimare le variazioni della quantità totale di massa d'acqua immagazzinata nei continenti, tra cui fiumi, falde acquifere sotterranee, ghiacciai e calotte glaciali, i ricercatori hanno passato in rassegna oltre un decennio di dati provenienti delle missioni satellitari US-German Gravity Recovery and Climate Experiment (GRACE) e GRACE-Follow On (GRACE-FO). Dalle analisi, il team ha scoperto che tra il 2002 e il 2024 si sono verificate drastiche riduzioni di acqua dolce. In particolare, è emerso che le aree soggette a siccità non solo stanno diventando sempre più aride, una tendenza prevista dai cambiamenti climatici, ma si stanno espandendo di oltre 800 mila chilometri quadrati all'anno, un'area grande quanto Regno Unito e Francia messe insieme.
Le 4 regioni mega arideIl team, inoltre, ha identificato quattro regioni "mega-aride" che creano la cosiddetta fascia di siccità. Tra queste ci sono il Canada settentrionale e la Russia, dove la perdita è causata dallo scioglimento dei ghiacciai, dal permafrost e dalla riduzione della neve. Nelle altre due regioni, invece, è dovuta principalmente all'esaurimento delle falde acquifere. Si tratta, nel dettaglio, del sud-ovest degli Stati Uniti, di gran parte dell'America centrale e di una regione che si estende dall'Europa occidentale e dal Nord Africa fino all'India settentrionale e alla Cina. I ricercatori, infatti, hanno scoperto che l'esaurimento delle falde acquifere rappresenta il 68% del calo complessivo delle riserve idriche. "È impressionante quanta acqua non rinnovabile stiamo perdendo", ha affermato Hrishikesh A. Chandanpurkar, tra gli autori dello studio. "I ghiacciai e le falde acquifere profonde sono una sorta di antichi fondi fiduciari. Invece di utilizzarli solo in periodi di necessità, come una siccità prolungata, li diamo per scontati. Inoltre, non cerchiamo di ricostituire le falde acquifere durante gli anni umidi, andando così incontro a un'imminente bancarotta di acqua dolce".
L'innalzamento degli oceaniLe implicazioni negative di tutto questo per la disponibilità di acqua dolce sono sconcertanti. Il 75% della popolazione mondiale vive in 101 Paesi che hanno perso acqua dolce negli ultimi 22 anni. Le Nazioni Unite prevedono che la popolazione mondiale continuerà a crescere per i prossimi 50-60 anni, mentre la disponibilità di acqua dolce si sta riducendo drasticamente. Inoltre, stando ai risultati del nuovo studio, dal 2015 la perdita d'acqua dai Continenti ha causato un innalzamento del livello del mare maggiore rispetto allo scioglimento delle calotte glaciali dell'Antartide o della Groenlandia, innalzando gli oceani di poco meno di un millimetro all'anno. "Questi risultati inviano forse il messaggio più preoccupante finora sull'impatto del cambiamento climatico sulle nostre risorse idriche", ha affermato il co-autore Jay Famiglietti. "I continenti si stanno prosciugando, la disponibilità di acqua dolce si sta riducendo e l'innalzamento del livello del mare sta accelerando. Le conseguenze del continuo sfruttamento eccessivo delle falde acquifere potrebbero compromettere la sicurezza alimentare e idrica per miliardi di persone in tutto il mondo”.
La Repubblica