Tutto sull’uva spina: come coltivarla

Appartenente alla famiglia delle Sassifragaceae, l’uva spina è una pianta che produce le bacche esattamente come i ribes, ma molto più grandi e con un sapore del tutto differente. Il suo nome tecnico è, non a caso, Ribes Grossulariacee e può raggiungere un’altezza di circa due metri. Le sue foglie sono colorate di un verde intenso e i suoi margini sono dentati, mentre i rami hanno le spine; quindi, si riconosce proprio a livello visivo con estrema facilità.
Inoltre, l’uva spina può essere coltivata tranquillamente in vaso e regalare frutti gustosi. Il periodo ideale della sua fioritura? La stagione primaverile, mentre per i frutti bisognerà aspettare il mese di giugno e oltre.
Uva spina: coltivazione, terreno, esposizioneL’uva spina si può coltivare sia in giardino, sia in orto, sia in vaso; l’importante è seguirla nei primi anni dopo la messa a dimora, questo perché così crescerà sana e rigogliosa. Superato il primo periodo, basterà prestare attenzione alla potatura e alla raccolta dei suoi gustosissimi frutti.
Il terreno ideale per coltivare l’uva spina è di medio impasto, ricco di sostanza organica e abbastanza profondo. Anche chi vive in zone a prevalenza argillosa e calcarea può provare a coltivarla, visto che la pianta si adatta abbastanza bene a queste condizioni. Il pH ottimale si aggira intorno a 6,5, con un livello di umidità molto alto e un’irrigazione abbondante, soprattutto durante la fioritura e la maturazione del frutto, fasi in cui la pianta va mantenuta costantemente idratata. L’uva spina predilige un’esposizione semi-soleggiata in un luogo riparato dalle intemperie. La pianta è resistente anche al freddo invernale, sopportando temperature fino a -15 gradi durante il periodo di dormienza, ma un eventuale gelo intenso potrebbe causarle danni significativi.
Potatura dell’uva spina: come effettuarla e quandoNei primi quattro anni di vita, l’uva spina richiede una potatura di allevamento per rafforzare la pianta e costruire la sua struttura. Nella prima primavera si spuntano i rami a 30 cm da terra, mentre l’anno successivo si eliminano tutti tranne 4-5 rami robusti che formeranno il cespuglio principale. Nella terza e quarta primavera si mantengono solo questi rami, fino a quando la pianta è pronta a fruttificare.
Dopo i quattro anni iniziali, l’uva spina entra nella fase produttiva e necessita di una potatura mirata: in primavera si eliminano i brindilli in eccesso, cioè i rami corti con molte gemme, e si accorciano le branche più vecchie di 5 anni. Ogni anno si sostituiscono i rami vecchi con quelli giovani per mantenere la pianta sempre produttiva.
Quando raccogliere i frutti di uva spinaLa raccolta avviene in estate, quando i frutti sono maturi, simili a piccoli acini d’uva e si staccano facilmente. È importante indossare guanti resistenti per proteggersi dalle spine e maneggiare con cura i frutti, riponendoli delicatamente nei cesti per evitare di danneggiarli.
Uva spina: varietàL’uva spina si distingue principalmente in due grandi famiglie: la bianca e la rossa. Tra le varietà bianche, spiccano la Careless, originaria dell’Inghilterra, con bacche grandi e verdi, e la White Smith, simile ma con frutti più gialli. C’è poi la Leveller e la Pax, quest’ultima apprezzata per la resistenza all’oidio, l’assenza di spine e la qualità del frutto. Sul versante rosso, invece, troviamo la Poorman, una specie americana con frutti grandi spesso usati nell’industria per prodotti sciroppati. Dall’Inghilterra arriva la Winham Industry, caratterizzata da bacche oblunghe e di grandi dimensioni dal colore violaceo, mentre la Josta, coltivata in Olanda, presenta frutti simili per colore. L’uva spina rossa, però, è più sensibile all’oidio e richiede trattamenti specifici per proteggerla da questa malattia.
Le malattie dell’uva spina: cosa sapereTra le principali minacce per l’uva spina c’è l’oidio, una malattia fungina causata dal genere Uncinula, noto anche come “mal bianco”. Questo fungo si manifesta con una caratteristica muffa grigio-biancastra che ricopre foglie, fusti e fiori, provocando macchie pulverulente. Le foglie colpite si ingialliscono, si accartocciano e poi si seccano, mentre i rami possono deformarsi compromettendo la salute generale della pianta.
L’oidio si sviluppa grazie a micelio che cresce sulla superficie delle parti verdi, penetrando nelle cellule con strutture speciali chiamate austori. Il fungo si conserva da una stagione all’altra tramite spore che resistono al gelo o come micelio negli organi infetti. A differenza di molte altre malattie, l’oidio non richiede condizioni di umidità particolari per prosperare e può attivarsi già a basse temperature, sopportando anche il caldo intenso. Questo lo rende un nemico difficile da debellare, in grado di colpire una vasta gamma di piante, dall’erbacee agli alberi. Dunque, per chi coltiva uva spina, la prevenzione e il controllo tempestivo con prodotti specifici sono fondamentali per limitare i danni e mantenere la pianta sana e produttiva.
La Repubblica