Inquinamento da plastica, una minaccia per la salute poco riconosciuta

Editoriale scientifico, 4 agosto (EFE).- L'inquinamento da plastica è una minaccia per la salute poco riconosciuta, avverte un gruppo di esperti sulla rivista The Lancet , sottolineando che la plastica causa malattie e morte, dall'infanzia alla vecchiaia, con un impatto che ricade in modo sproporzionato sulle popolazioni a basso reddito.
Inoltre, sottolineano gli autori, la plastica è responsabile di perdite economiche legate alla salute che superano 1,5 trilioni di dollari all'anno.
Il WWF chiede un accordo forte contro la plastica una settimana prima dell'inizio dei negoziati
L'articolo, che annuncia anche un'iniziativa per monitorare gli effetti sulla salute e i progressi, arriva poche ore prima che i rappresentanti degli stati membri delle Nazioni Unite si incontrino a Ginevra, in Svizzera, dal 5 al 14 agosto, per i "tanto attesi" negoziati finali sul trattato globale sulla plastica.
Negoziati sulla plasticaIl mandato di questi negoziati è quello di elaborare un patto internazionale giuridicamente vincolante sull'inquinamento da plastica, anche nell'ambiente marino, basato su un approccio globale che tenga conto dell'intero ciclo di vita dei prodotti.
Gli esperti di varie istituzioni, tra cui quelle degli Stati Uniti, dell'Australia e della Germania, chiedono maggiore attenzione agli effetti sulla salute quando si considera la contaminazione da questi materiali.
E affermano che, se non cambia nulla, la produzione di plastica quasi triplicherà tra il 2019 e il 2060.
Effetto sulla saluteGli scienziati esaminano le prove attuali su come questi elementi, comprese le microplastiche e le sostanze chimiche in esse contenute, influiscono sulla salute umana.
Le emissioni atmosferiche derivanti dalla sua produzione includono particolato (PM2.5), anidride solforosa e ossidi di azoto, nonché sostanze chimiche pericolose a cui possono essere esposti i lavoratori dell'industria della plastica.
Inoltre, gli esperti denunciano la "mancanza di trasparenza" che circonda le sostanze chimiche presenti nella plastica, i loro volumi di produzione, i loro usi e la loro tossicità nota o potenziale.
Per quanto riguarda gli ultimi studi pubblicati sulla presenza di microplastiche nei tessuti e nei fluidi corporei (ci sono segnalazioni che sono state trovate nei polmoni, nei reni, nel cervello, nel flusso sanguigno o nello sperma), i ricercatori sottolineano che, sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per comprendere la relazione con i possibili effetti sulla salute, è giustificato un approccio precauzionale.
"Non è così sicuro"L'articolo del Lancet stima inoltre che il 57% dei rifiuti di plastica non gestiti venga bruciato all'aria aperta, una delle principali fonti di inquinamento atmosferico nei paesi a basso e medio reddito.
I rifiuti di plastica possono inoltre costituire un habitat in cui le zanzare possono deporre le uova e favorire la crescita di microrganismi, che potrebbero contribuire alla diffusione di malattie trasmesse da vettori e alla resistenza antimicrobica.
Aumenta la pressione internazionale per concludere un trattato per ridurre la plastica
"Vogliamo che le persone siano consapevoli che la plastica non è così sicura, comoda o economica come pensano", afferma Philip Landrigan, uno degli autori e professore di biologia alla Boston University.
"La plastica è prodotta da combustibili fossili, contamina cibo e acqua, è collegata a molte malattie umane e causa elevati costi sanitari e danni ambientali", ha affermato in una dichiarazione della sua università, che ha sottolineato come la produzione sia un fattore importante nel cambiamento climatico, in quanto rilascia ogni anno nell'atmosfera più gas serra del Brasile.
Occhi puntati sul trattatoNell'articolo, gli esperti annunciano anche il lancio del progetto "Lancet Countdown on Health and Plastics", che identificherà e monitorerà una serie di indicatori che documenteranno gli effetti della plastica e delle sostanze chimiche sulla salute umana.
La Boston University sottolinea che il 75% delle sostanze chimiche presenti nella plastica non è mai stato testato per verificarne la sicurezza.
Il monitoraggio di questi impatti e di una serie di interventi pubblici e privati per raggiungere gli obiettivi stabiliti dal trattato delle Nazioni Unite saranno al centro di questa iniziativa congiunta della suddetta università americana, l'Università di Heidelberg (Germania), il Monaco Science Centre e la Minderoo Foundation (Australia).
Il primo rapporto sugli indicatori è previsto per la metà del 2026.
efeverde