AI: scorciatoia per lo sviluppo dei Paesi poveri?

Mentre i mercati discutono della bolla dell’intelligenza artificiale, The Economist guarda al suo potenziale sociale: nei Paesi in via di sviluppo, l’AI potrebbe diventare uno strumento di democratizzazione del sapere e di crescita economica.
Mentre, proprio in queste ore, nei principali mercati si discute del sentiment legato all’AI, e della conseguente bolla finanziaria generata, l’Economist dedica un articolo al valore dell’intelligenza artificiale in termini di riduzione della povertà nei Paesi in via di sviluppo.
La fotografia offerta dal settimanale londinese è particolarmente incoraggiante e si basa su dati reali. Il dato su cui riflettere è davanti agli occhi di tutti: nel mondo sono già 800 milioni le persone, ossia un settimo della popolazione adulta mondiale, che attingono a ChatGPT per approfondire la conoscenza su argomenti meno noti. Perché allora non pensare all’AI come a uno strumento di democratizzazione del sapere?
A meno di tre anni dal lancio di ChatGPT, un sondaggio delle Nazioni Unite mostra che la fiducia nell’IA è più alta proprio nei Paesi con un livello di sviluppo più basso. In particolare, secondo i dati riportati dalla società di ricerca GWI, tra gli utilizzatori più entusiasti figurano ghanesi e nigeriani, che la impiegano come un “consulente” in diversi ambiti. Una statistica che conferma una realtà verificata da molteplici studi e ricerche: le invenzioni più recenti si sono diffuse nei Paesi poveri più rapidamente, ma con un uso superficiale.
In quest’ottica, l’adozione dell’IA, tra sfide energetiche e di connettività, problemi linguistici, nonchè difficoltà nello sviluppo di competenze adeguate, potrebbe rivelarsi ancora più impegnativa.
Può l’intelligenza artificiale democratizzare, quindi mettere a disposizione di tutti, il sapere? I primi studi lasciano intravedere segnali positivi.
A Nairobi, OpenAI e Penda Health, una catena di cliniche di base, hanno testato uno strumento che supporta i medici durante le visite. In una sperimentazione randomizzata su quasi 40.000 pazienti in 15 cliniche, i medici assistiti dall’IA hanno ridotto gli errori diagnostici del 16% e quelli terapeutici del 13%.
In Nigeria, un programma extrascolastico di sei settimane con Microsoft Copilot, in cui gli studenti interagivano con il chatbot due volte a settimana, ha migliorato i punteggi di inglese di un livello equivalente a quasi due anni di istruzione aggiuntiva.
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