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Dalle tasse al gabinetto, le soluzioni per ridurre le emissioni di metano dei bovini

Dalle tasse al gabinetto, le soluzioni per ridurre le emissioni di metano dei bovini

Tasse, composti chimici, gabinetti, mascherine: negli ultimi anni si sta tentando di tutto per tentare di arginare alcune delle emissioni climalteranti più impattanti sul Pianeta, quelle dei ruminanti. Con i loro processi digestivi, ma anche con gli escrementi, i bovini - e per quantità soprattutto quelli negli allevamenti - sono grandissimi emettitori di metano, gas serra decisamente impattante dato che è quasi 87 volte più potente - nel corso di 20 anni - rispetto per esempio alla CO2. Un terzo del metano emesso sulla Terra è legato al bestiame per via di processi di fermentazione e digestivi. Per questo motivo da tempo scienziati e allevatori sono alla ricerca di sistemi per tentare di ridurre l'impronta del settore zootecnico: finora ci sono state dozzine di esperimenti che comprendono per esempio l'uso di alghe nella dieta per ridurre il metano, ma anche l'idea di tassare le emissioni dei bovini lanciata dalla Danimarca, oppure vere e proprie mascherine da far indossare alle mucche.

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Finora però, su larga scala, non si è ancora trovato un sistema univoco per frenare davvero le emissioni. Ma di recente ci sono stati nuovi studi e tentativi incoraggianti. Uno degli ultimi arriva da uno studio in Nuova Zelanda, che è il più grande esportatore mondiale di latticini. Qui, come altrove, i capannoni che ospitano le mucche vengono lavati con getti d'acqua per rimuovere gli escrementi da riversare poi in grandi vasche, degli stagni. Due scienziati della Lincoln University, Keith Cameron e Hong Di, stavano cercando di riciclare quelle acque attraverso un processo: aggiungendo solfato ferrico e altri elementi per depurarle, sostanze chimiche che permettono di separare parti liquide da quelle solide. Durante questo processo, facendo dei test, i ricercatori hanno però scoperto altro: le emissioni di metano dalle acque reflue, con il loro meccanismo, erano diminuite del 90%.

Tenendo conto che il letame è responsabile del 10% delle emissioni di metano del bestiame riuscire ad abbassare il suo impatto sarebbe dunque molto importante: oggi ci si prova soprattutto lavorando con grandi cisterne - i digestori anaerobici - che catturano il metano. Si tratta però di impianti costosi che non tutte le aziende possono permettersi. I ricercatori sperano dunque che, grazie alla nuova scoperta, usando il solfato direttamente negli stagni che contengono liquidi con escrementi si possa ridurre notevolmente il livello di emissioni di metano senza dover passare per enormi spese. Questa innovazione è stata chiamata EcoPond ed è oggi testata in 250 aziende della Nuova Zelanda. Promette, scrivono gli esperti sul loro sito, "un servizio di trattamento semplice ed efficace che riduce le emissioni di metano di oltre il 90%" ed è in grado in una tipica azienda agricola con 400 mucche di "ridurre le emissioni equivalenti a 22 auto a benzina".

Il processo per abbassare le emissioni va ripetuto ogni sei settimane. C'è però da comprendere ancora se gli elementi usati per inibire i metanogeni nel letame possano avere un impatto a lungo termine sulla qualità del suolo e dell'acqua e compromettere per esempio gli ecosistemi microbici.

Un altro metodo recente raccontato da uno studio dell'Università della California prevede invece l'idea di coprire gli stagni di escrementi con un telo gigante collegato ai digestori. Con le giuste accortezze e lavorando sempre con impianti digestori ad alta efficienza, la copertura può portare - spiega la coautrice dello studio Francesca Hopkins - a una riduzione del 80% delle emissioni di metano di una azienda agricola lattiero-casearia. "Quando il sistema è ben costruito e gestito con attenzione, le emissioni possono davvero diminuire. È quello che abbiamo visto dai primi esperimenti" racconta l'esperta.

Anche questi metodi sono in fase di sviluppo così come si sta lavorando sul fronte della riduzione di emissione di ammoniaca sempre legati a escrementi e decomposizione. Di recente in Svizzera in un'azienda agricola di Hellbühl è stato testato qualcosa di decisamente curioso: una sorta di gabinetto progettato appositamente per le mucche capace di ridurre queste emissioni del 15%. La toilette per bovini impedisce la miscelazione di urina e feci garantendo così un impatto emissivo minore. Il nuovo "bagno", in fase sperimentale, aveva solo un problema: addestrare le mucche ad usarlo. Ci sono riusciti con un incentivo: un chilo di mangime in cambio di un minor impatto sul Pianeta.

La Repubblica

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