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I progetti di sostenibilità aiutano a combattere lo spopolamento in montagna

I progetti di sostenibilità aiutano a combattere lo spopolamento in montagna

“I segnali ci sono, non sono omogenei e le differenze da nord a sud persistono, ma l’inversione di tendenza per quanto riguarda il tema dello spopolamento in montagna sono evidenti. Gli indicatori che abbiamo raccolto dicono che la situazione non è irreversibile, e questo anche grazie alla costituzione delle Green Community”. Parole chiare quelle di Marco Bussone, presidente di Unione nazionale Comuni Comunità Enti Montani (Uncem) che dopo dieci anni torna con una nuova edizione di un Rapporto sulla Montagna. Oltre 700 pagine ricche di tabelle e dati che tracciano una fotografia in tempo reale di quanto sta accadendo nei 3.417 comuni montani italiani, dove vivono 3 milioni di persone tra le Alpi e gli Appennini. 1.499 sono nelle Alpi, 1.601 negli Appennini, 102 in Sicilia e 215 in Sardegna.

La vitalità dei territori montani

“Crisi climatica e perdita di biodiversità sono interdipendenti e l’aggravarsi delle condizioni di una peggiora l’altra. Gli ecosistemi montani sono tra i più fragili e più esposti al cambiamento climatico”, spiega Antonio Nicoletti di Legambiente nel report che tiene a sottolineare “paradossalmente però il climate change potrebbe essere la scusa e il grimaldello per incoraggiare l’avvio di politiche territoriali necessaria e fin qui rimandate. Per attuare questa strategia servono nuove relazioni e accordi tra i territori di montagna e le città, e non basta un riequilibrio di poteri tra le metropoli e le aree rurali. Serve un patto di mutua assistenza tra chi detiene le risorse naturali (la montagna) e chi ne utilizza i servizi (la città)”.

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In effetti l’investimento Pnrr sulle Green Community ha generato una risposta sorprendente da parte delle comunità montane: 200 territori (molti dei quali composti da più comuni per aree omogenee) hanno presentato 540 progetti riguardanti il contrasto alla crisi climatica e la transizione verde. Investimento: 140 milioni di euro.

Obiettivo: superare la frammentazione

Senza dubbio una novità importante, che ha anticipato la presentazione delle candidature per le Green Community, è stata la nascita delle “Unioni di territori”. Istituzione nata per superare la frammentazione dei piccoli e piccolissimi paesi montani - ognuno dei quali impegnato fino adesso a ritagliarsi il proprio spazio amministrativo – e che ha dato vita a comunità omogenee regione per regione. Con questo approccio il Rapporto Montagne Italia 2024 offre una inedita visione della montagna italiana raggruppata in 387 unità, realizzate grazie all’integrazione di amministrazioni comunali. Su 1.503 Comuni presenti in territorio montano, sono stati poi organizzati 37 raggruppamenti sulle Alpi; 101 sugli Appennini e 155 in montagna. Tutti convinti che la transizione energetica e quella digitale sono la stessa faccia della transizione verde.

I progetti green

Così, guardando la lista delle Green Community si scopre ad esempio che in Abruzzo è nato il Consorzio C.I.V.E.T.T.A. che coinvolge 30 comuni geograficamente inseriti nell’area protetta del Parco della Majella (insieme contano 36 mila abitanti) che oltre a tra gli altri progetti lavoreranno insieme per costruire la rete di “Banda Ultra Larga” e l’Ecomuseo. Oppure la Green Community Parco del Pollino che interessa dieci comuni. E ancora. L’Unione dei Comuni del Frignano F.A.B.E.R.che lavoreranno insieme per la realizzazione di comunità energetiche e la tutela di boschi. Nel Lazio c’è la Comunità delle Isole Ponziane realizzata per la gestione integrata delle fonti idriche, ma anche per preservare l’arcipelago dal moto ondoso e tutelare l’agricoltura eroica negli appezzamenti abbandonati sulla montagna.

"Scelte politiche precise”

La forma giuridica dell’Unione dei Comuni permette anche di stabilire protocolli d’intesa su temi riguardanti sempre la la transizione Verde. Sta accadendo in Lunigiana ad esempio dove l’Unione dei Comuni Montana Lunigiana ha stabilito accordi con le università e l’ente Parco nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano per realizzare fonti rinnovabili e programmare piani di sviluppo per l’agricoltura sostenibile, l’allevamento ittico la selvicoltura e il turismo. Tutto questo però non basta a convincere le persone a restare. Tiene a precisare Marco Bussone: “La risposta che le popolazioni che abitano in montagna, nelle Alpi e negli Appennini stanno dando per contrastare la crisi climatica mostra che lo spopolamento si può combattere solo adottando scelte politiche precise, gli investimenti ci sono. Questo non vuol dire che il problema sia cancellato. L’esempio è il mio paese, Vallo Torinese, che conta appena 750 residenti. Negli ultimi anni ci sono stati 14 funerali, mentre sono nati appena sei bambini. Frenare lo spopolamento significa offrire opportunità di lavoro in un contesto in grado di garantire l’accesso a diritti fondamentali a partire dalla salute, l’istruzione e la mobilità. Bisogna cercare soluzioni innovative, prima di tutto da quelle connesse all’uso della rete e di nuove tecnologie. Per aiutare chi decide di restare in queste aree o di tornarci. Le soluzioni nuove legate ai progetti di sostenibilità sono un grande passo avanti: non solo solo necessarie ma possono aiutare a restare”.

La Repubblica

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