Perché è clamorosamente fallita l’asta tedesca per l’eolico offshore?

La seconda asta della Germania per l'eolico in mare si è chiusa senza alcuna offerta presentata. Wind Europe: "deve essere un campanello d'allarme per il governo tedesco".
Mentre il Governo Merz era impegnato ad approvare le nuove norme sulle aree di accelerazione per l’energia eolica in mare, al largo delle coste tedesche si consumava un fallimento. La seconda asta tedesca 2025 per l’eolico offshore si è chiusa il 1° agosto 2025 nel più totale deserto. Nessuna offerta è stata presentata per il contingente messo in gara da Berlino.
È la prima volta per il Paese che una procedura competitiva manchi il bersaglio così clamorosamente, ma per gli esperti di settore non è stata una sorpresa bensì un fallimento annunciato. “Il fatto che nessuna azienda abbia partecipato a questa asta è scontato […] L’attuale struttura dell’asta costringe gli sviluppatori ad assumersi rischi al di fuori del loro controllo senza alcuna tutela“, afferma Stefan Thimm, amministratore delegato dell’Associazione tedesca per l’energia eolica offshore.
Ma per capire a fondo le cause ricostruiamo brevemente la vicenda.
L’asta tedesca riguardava due siti eolici offshore nel Mare del Nord – N-10.1 e N-10.2 – per un’offerta complessiva di capacità di 2.500 MW. La decisione di aggiudicazione si basava per il 60% sul prezzo dell’offerta e per un 40% su criteri qualitativi. criteri quali: la quota di energie rinnovabili utilizzate nella produzione di componenti, gli accordi di acquisto di energia (PPA) esistenti, l’utilizzo di tecnologie di installazione a basso rumore e la garanzia di lavoratori qualificati.
Entrambe le aree erano state analizzate dall’Agenzia Federale Marittima e Idrografica per quanto riguarda l’ambiente marino, la composizione del suolo e altre condizioni del sito e i vincitori dell’asta avrebbero dovuto pagare un compenso di 37,3 milioni di euro per il sito N-10.1 e di 9,8 milioni di euro per il sito N-10.2.

Peccato che nessuna offerta sia stata presentata entro la scadenza, costringendo l’Agenzia Federale Bundesnetzagentur ad annunciare un’ulteriore procedura: “I siti N-10.1 e N-10.2 saranno nuovamente messi a gara secondo le specifiche dei bandi per i siti non soggetti a pre-indagine centrale per la scadenza del 1° giugno 2026“, ha fatto sapere la Bundesnetzagentur.
Sulla questione si è espressa anche la Ministra Federale dell’Economia Katherina Reiche, avanzando dubbi sulla corretta valutazione dei rischi per i siti oggetto della gara e puntando il dito anche sulle nuove condizioni di mercato per i PPA. “I clienti non sono più disposti a rispettare i PPA durante i periodi di prezzi dell’elettricità negativi, ma preferiscono rifornirsi sul mercato“.
Una visione parzialmente condivisa dalle associazioni di settore. Per Thimm, “Da anni il settore mette in guardia dal sovraccaricare le aziende con rischi eccessivi. Tuttavia, i requisiti di legge non tengono più conto del quadro normativo per gli investimenti in progetti eolici offshore in Germania. L’attuale struttura dell’asta costringe gli sviluppatori ad assumersi rischi al di fuori del loro controllo senza alcuna tutela.
Per quanto riguarda la struttura delle aste, l’associazione chiede l’introduzione dei cosiddetti Contratti per Differenza (CfD), con cui il governo garantirebbe agli investitori rendimenti minimi. “Il governo federale deve finalmente spianare la strada a un sistema CfD affidabile, oltre a contratti di fornitura di energia elettrica a lungo termine“.
Gli fa eco Viktoriya Kerelska, Direttore Advocacy & Messaging di WindEurope. “L’esito dell’asta deve essere un campanello d’allarme per il governo tedesco. È ora di modificare il modello d’asta affinché la Germania possa raggiungere i suoi obiettivi in materia di eolico offshore e di competitività industriale“.
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