Cop30, follia prezzi per partecipare alla conferenza sul clima: fino a 22mila euro a notte

Là dove il mondo è chiamato a trovare una soluzione globale per fermare la crisi del clima, per sviluppare quelle politiche di adattamento e mitigazione che ci aiuteranno ad affrontare le temperature più elevate e i drammi causati dal surriscaldamento, siamo arrivati alla follia. Per poter dormire e partecipare alla Cop30 di Belem in Brasile, in un soggiorno di poco più di due settimane, c'è chi chiede persino quasi 400mila euro di affitto. Una pazzia che sta già spaventando molte delegazioni dei Paesi meno abbienti, pronti a ritirarsi se i prezzi non torneranno nella norma in tempi brevi.
In attesa i delegati di 190 PaesiPer capire cosa sta accadendo in Brasile dobbiamo fare un passo indietro: a novembre, fra cinque mesi, nella città di Belem in piena Amazzonia brasiliana si terrà la Cop30, ovvero la trentesima Conferenza delle Parti sul clima dove i leader e i delegati di tutto il mondo si riuniranno per trovare una intesa planetaria su come combattere davvero il cambiamento climatico. Se c'è un vertice, multilaterale e dove ogni Paese teoricamente ha lo stesso peso, questa è proprio la Cop, Conferenza a guida dell'Onu tramite l'Unfccc (United Nations Climate Change Conference), a cui partecipano i rappresentanti di oltre 190 Paesi.

Quest'anno, dopo tre difficilissime edizioni in Egitto, Emirati Arabi e Azerbaijan, piene di lobbisti delle fonti fossili e di incongruenze dato che il vertice si teneva in petrol stati o paesi del gas, tutti gli occhi sono puntati sul fatto che il Brasile potrebbe ridare slancio, forse perfino con la presenza di Papa Leone, a una Conferenza che ha tanto bisogno di credibilità e di unione, anche viste le recenti mosse di Donald Trump pronto a uscire dall'Accordo di Parigi nato per limitare il surriscaldamento a +1,5 gradi.Eppure, quello che si sta configurando, è un paradosso estremo: che tu sia un delegato, un osservatore o un giornalista, per partecipare alla Cop serve praticamente un mutuo.
Una Conferenza lunga 18 giorniStiamo parlando di una Conferenza dove sono attesi migliaia di partecipanti e centinaia di capi di Stato (circa 60mila le presenze alla Cop29 di Baku, 50mila previste in Sudamerica) che, per poter prendere parte ai negoziati in Brasile, devono per forza preventivare una presenza in Amazzonia di poco più di due settimane (almeno).
La Cop30 inizia infatti quest'anno con una anomalia: la riunione dei leader mondiali (a cui potrebbe partecipare anche la premier Giorgia Meloni) è prevista il 6 e 7 novembre, poi dal 10 al 21 novembre si terranno i negoziati. Tenendo conto che storicamente le Cop non trovano mai una intesa nel giorno finale prestabilito, spesso si va lunghi di qualche giorno: per questo motivo politici, delegati, ma anche addetti ai lavori, devono calcolare verosimilmente una presenza a Belem di circa 18 giorni. Di norma, tra biglietti aerei e alloggio, le spese sono alte (anche visto che le città ospitanti tendono ad alzare i prezzi), ma non impossibili per le varie delegazioni.
Speculazione inattesaA Belem però, in un contesto già complesso vista la logistica in piena Amazzonia, è scoppiata una speculazione senza fine. Se si cerca un alloggio da poco prima dell'inizio del vertice dei leader sino alla data finale della Conferenza, si rimane a bocca aperta: per 18 notti, una struttura privata, abbastanza spoglia e con un solo letto matrimoniale, chiede 398.700 euro. Un'altra, con tanto di scritta "COP30" nell'intestazione, vuole 280mila euro, ma almeno garantisce otto posti.
Per 33 metri quadrati chiesti 210mila euroL'host di un altro appartamento, la cui foto di presentazione sono tre materassi impilati e nulla più, pretende 105mila euro, garantendo però che da qualche parte nella casa ci sia "una sauna", non proprio il necessario in piena Amazzonia. Mentre il Brasile durante i negoziati di Bonn, quelli che si svolgono prima della Cop30, nelle ultime settimane ha promesso che troverà delle soluzioni per gli alloggi, nel frattempo i rappresentati di diverse delegazioni, dal Pacifico all'Africa, hanno espresso "grande preoccupazioni" per la mancanza di una sistemazione, minacciando addirittura di non partecipare alla Conferenza se non saranno ridotti i costi. Parlano, giustamente, di prezzi "astronomici" che i governi, dalla Tanzania al Malawi, non possono permettersi.
Il Brasile corre ai ripari: riconvertite caserme e scuoleMolto probabilmente, ha lasciato intendere il governo brasiliano, alloggi a bordo di battelli da crociera verranno garantiti lungo i fiumi ma ancora non ci sono certezze: la piattaforma firmata Cop30 che dovrebbe regolare la questione alloggi non è ancora online. Nel frattempo i notiziari brasiliani riferiscono che le autorità hanno intimato, ad hotel e B&B di Belem, di abbassare i prezzi, o ci sarà addirittura il rischio che la Conferenza venga spostata altrove, per esempio a Rio de Janeiro.
Da Belem però insistono: a breve sarà tutto risolto e verranno garantiti circa 50mila posti letto, dagli hotel alle caserme, dai battelli sino a scuole riconvertite in stanze. In attesa di vedere gli sviluppi annunciati - in questo momento in cui l'Europa, gli Usa e gran parte dell'Asia sono davvero bollenti - resta solo una sensazione: se la lotta al surriscaldamento nel 2025 non trova nemmeno posti letto per chi deve prendere decisioni, significa che il mondo sta ancora decisamente dormendo sulla questione climatica.
La Repubblica